PALIO DELLE CONTRADE DI BORMIO
UN PO' DI STORIA

DALLO SPECIALE REALIZZATO NEL FEBBRAIO 2002 DA LA CONTEA DI BORMIO PER I 40 ANNI DEL PALIO
Attraverso testimonianze
e le pagine de La Contea 
Piccola storia del Palio
Febbraio 2002, venerdì 1, sabato 2 e domenica 3: sul calendario "bormino" sono le date di un evento carico di fascino, ricco di tradizione, dalle non indifferenti motivazioni competitive. Quel palio delle Contrade che proprio quest'anno taglia il traguardo dei quarant'anni. Proviamo a raccontarlo questo Palio, ripercorrendo il secolo andato, il 1900, attraverso racconti e testimonianze. 
Durante gli anni trenta e fino all'inizio della seconda guerra mondiale, in Bormio, si disputava la cosiddetta "piccola valligiani", una gara di sci di fondo a staffetta. La competizione era riservata agli atleti di Bormio e delle valli limitrofe ed ogni squadra era formata da tre elementi: il primo frazionista gareggiava nel "fondo", il secondo frazionista in "salita" (pendici di Piatta) ed il terzo frazionista nella "discesa" (pendio Feleit). Successivamente, nell'immediato dopoguerra, durante gli anni cinquanta/sessanta, oltre alla "piccola valligiani" si disputava, anche, una gara tra i cinque reparti di Bormio denominata, per l'appunto, "palio delle contrade"; risultava essere solo una piccola gara paesana che, inizialmente, entusiasmava poche persone ed in alcune occasioni non veniva nemmeno disputata. Viceversa molto importante, invece, era la stessa e famosa "piccola valligiani" che faceva radunare a Bormio, molti sportivi ed appassionati degli sport invernali dalle valli del bormiese.
La prima testimonianza, come è ormai consuetudine per il nostro giornale, la raccogliamo dalla cronaca della "Contea di Bormio" del 1° marzo 1967.  « ... Già nelle mattinata, durante lo svolgimento della piccola Valligiani, si vedono certe facce tirate per l'ansia e la preoccupazione dell'imminente cimento. C'era infatti chi studiava il modo di sciolinare gli sci, accalcandosi attorno ai più esperti atleti della Valligiani e chi andava più oltre, pensando di rubare la cera delle candele alla Chiesa dato che la neve del pomeriggio poteva cambiare. I più robusti avvicinandosi il mezzogiorno, prospettavano l'idea di potersi fermare a metà tracciato per una mangiata di polenta ... ». Il vero "palio delle contrade" nasce, ufficialmente, nei primi anni sessanta ed esattamente nel 1963 (la sfida di quell’ano è indicata come “prima edizione”) a seguito della definizione dei nuovi confini delle cinque contrade ovvero i "riparti" Buglio, Combo, Dossiglio, Dossorovina e Maggiore; proprio in quel periodo la "valligiani" viene definitivamente abbandonata. Le prime edizioni del palio vengono disputate sulla piana e lungo i pendii dell'Alute (sotto le “coste” di Piatta); la manifestazione, inizialmente, era aperta agli uomini che avevano superato i quarant'anni ed alle donne di età superiore ai trentacinque anni. Le discipline sportive invernali sulle quali era costruito il palio delle origini erano la discesa ed il fondo; tutto l’aspetto organizzativo era di in mano allo sci club di Bormio. C’era una particolarità nel palio, una clausola ben precisa nel regolamento, e cioè "l'obbligo assoluto di portare a termine la prova dello sci di fondo"... "conditio sine qua non"... per potere partecipare a quella di sci alpino. In considerazione del fatto che il periodo organizzativo del palio era quello del carnevale (così come accade oggi), oltre alla competizione vera e propria esisteva anche un risvolto legato proprio alla festa mascherata: molti concorrenti amavano travestirsi, sfoggiando costumi di carnevale "su misura per il palio". Forse anche per questo le prime edizioni erano veramente considerate un "momento" importante della vita di tutto il bormiesi, di vero e puro divertimento. Va detto anche che tutti i partecipanti erano invitati ad indossare, previa squalifica, indumenti colorati che ricalcavano, e che tuttora ricalcano il colore di appartenenza al reparto: blu per il Buglio, bianco per il Combo, verde per il Dossiglio, giallo per il Dossorovina e rosso per il Maggiore. I concorrenti che partecipavano al palio si radunavano nella piazza centrale di Bormio, la storica piazza del kuerc, al suono della "bajona", una delle due campane poste in cima alla torre civica e così la manifestazione veniva ufficialmente dichiarata aperta. Successivamente, sfilando in corteo per le vie del "borgo" (il migliore gruppo folkloristico veniva premiato con l'assegnazione di un premio speciale oltre a portare punti preziosi al proprio reparto), dalla piazza del Kuerc tutti si portavano fino al campo di gara nei pressi della partenza della "vecchia seggiovia" (Feleit) che da Bormio portava al "Ciuk". Durante la festa conclusiva del palio al reparto che risultava vincitore veniva assegnato un maialino, vivo, detto "purcelio" che, una volta macellato e lavorato, doveva essere rigorosamente offerto anche agli altri capo reparto per "fare festa insieme e gioire per la vittoria di quel riparto".
Nell'edizione del 1973 la partecipazione al palio viene allargata ulteriormente ai maggiorenni (all'inizio, infatti, come è già stato ricordato in precedenza l'adesione era riservata esclusivamente agli "over 40" per gli uomini e alle "over 35" per il gentil sesso). Successivamente, alla fine degli anni settanta (1978 - 1979), il palio delle contrade viene "spostato" dalla zona Funivia - Ciuk (reparto Combo) in paese (lungo strade e piazze del centro storico di Bormio) per disputare la prova dello sci di fondo. Allorché le precipitazioni nevose scarseggiavano ed occorreva la neve da distribuire lungo le vie del paese, in più di una edizione, gli organizzatori per reperire la neve necessaria sono ricorsi, attraverso l'impiego di parecchi automezzi attrezzati, al trasporto della “materia prima” dalla località "terza cantoniera" e "quarta cantoniera", situate oltre i 2000 metri sulla strada dello Stelvio, fino a Bormio. A partire dal 1977, oltre alla gara di sci di fondo e di sci alpino (discesa o gigante sempre a Feleit), viene inserita anche la prova di staffetta sci di fondo tra i cinque reparti. Dopo la parentesi "zona funivia", dove il palio ritornò durante gli anni ottanta, sia con la "discesa" che con il "fondo", da alcuni anni la stessa prova di fondo viene disputata, nuovamente, nell'ambito del centro storico di Bormio; la prova di sci alpino, invece, viene corsa sulla parte terminale della pista "Stelvio", con arrivo nello ski stadium ed infine, la prova di staffetta - fondo, nella parte conclusiva del tracciato sci di fondo della pista Alute. Quest'anno (il secondo del terzo millennio), novità assoluta per il palio delle contrade, la gara di staffetta di fondo verrà disputata attraverso le vie del paese (domenica 3 febbraio 2002 con partenza alle ore 11.30) e sullo stesso tracciato che ha visto gareggiare i concorrenti il sabato prima (2 febbraio). Più che una storia del Palio, questa è una piccola storia; ma serve a capire. Serve a ricordare così come questa “cronaca fedele tratta dalla Contea di Bormio sempre del 1° marzo 1967 e firmata da Primo Romani, che ripercorre la quinta edizione del palio delle contrade.
« ... Meno 10, 9, 8, 7, 6 ... 1 ... via. La neve scivola sotto gli sci ed in testa balza il preparato Fulvio De Lorenzi, seguito dall'accanito Emilio Magatelli e dagli altri non meno focosi atleti. In coda rimane il Vincenzoni, affiliato per la disputa alla Moto Guzzi e che di questo veicolo rispecchia la potenza ed il volume. Oramai i concorrenti sono spariti dietro il cimitero e chissà quali sorpassi spericolati staranno facendo! Dopo 14' ecco la sagoma e lo stile che fanno annunciare l'arrivo del De Lorenzi, tallonato sempre più da vicino da un anziano, piegato in avanti sotto il peso della folta barba. I cambi avvengono regolari, quantunque non tutti gli arrivi siano in posizione eretta. Da questo momento c'è chi pensa, guardando il sudore copioso degli arrivati ed essendo di continuo alla presenza di ammalati, che forse è meglio accorciare il percorso ed arrivare, al traguardo più stilisticamente corretto. Infatti gli stili sono i più disparati: Gino Sosio, giornalista, era da parecchi giorni alla ricerca di uno stile confacente alle sue caratteristiche fisiche ed oggi raggiante finalmente ha potuto dare prova gareggiando a gambe rigide e con la spinta esclusivamente delle braccia, come si addice ad un campione di lungo corso. Luigi Rini intanto si aggiudica il primato individuale (nel fondo), mentre un noto macellaio si fa onore per la sua regolarità di gara. Intanto i discesisti si sono già portati alla partenza e guardando verso il basso, vedono la folla spostarsi per applaudirli. Anche un certo prete guarda a valle ed incurante dell'ingombrante abito talare scende veloce. Zep è il primo a lanciarsi verso il basso con lo stile di 20 anni fa, ma con la forza di un giovane. Veloci scendono anche gli altri incuranti della neve marcia e della posizione sugli sci, ma solamente interessati al passaggio delle porte. Velocissimo ecco arriva Fulvio De Lorenzi, già concorrente alla gara di fondo, seguito dal fratello Carlo, stilisticamente perfetto e veloce come sulla pista di salto. Sfortunato è invece Umberto Pozzi del Reparto Combo che alla vista del traguardo, forse a causa degli occhiali da sci, non vede una porta e come un'aquila piomba diritto, dopo il salto della strada di Piatta, sull'arrivo! Porta disgraziata quella! Infatti anche il Dott. Franco Schena, non la vede e passa all'esterno. Scende anche l'ex campione Modesto Andreola, il dominatore morale della giornata, perché concorrente in tutte e tre le gare, non mai domo di fronte al tempo che passa. Il Reparto Combo ha vinto pertanto per la seconda volta consecutiva il Palio, per cui la Coppa viene loro assegnata all'Hotel Europa dal Presidente dello Sci Club Bormio, Prof. Bruno Volpato».

a cura di Armando Trabucchi
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