10 marzo 2001
di ARMANDO TRABUCCHI
Intervista a DIEGO URBANI: Bormio, lo short track, lo sport per i giovani
Il mondo piccolo dello short track ha vissuto nelle ultime settimane qualche vicissitudine di troppo. Probabilmente anche qualche polemica andata oltre le righe con una attenzione tutta concentrata sulla nazionale e le vicende dello staff tecnico piuttosto che sull'intero movimento che non può adattarsi agli umori di questo o di quel dirigente, ma deve far leva sulle sue risorse per evitare di finire in una sorta di vicolo cieco... Ho realizzato questa intervista con Diego Urbani, per 10 anni consigliere federale, uno degli artefici del Centro Federale di Bormio e della grande crescita in Valtellina dello short track. Facciamo con lui (primavera 2001) il punto della situazione.
Innanzitutto, per quale ragione Urbani non ha presentato la sua candidatura al rinnovo del consiglio federale avvenuto a fine 2000? - Non me la sentivo più di continuare, dopo nove anni di lavoro, a fronte di una obiettiva impossibilità economica a soddisfare le legittime esigenze delle squadre nazionali, dei ragazzi e dello staff, ma anche delle società che rappresentano comunque il fondamento del nostro come di tutti gli sport. Ho deciso di non candidarmi per il nuovo mandato anche perché c’erano altre persone che ambivano a ricoprire incarichi in seno al consiglio; auguro a loro buon lavoro e buoni risultati!
Come considera l’attuale momento dello short track...? - Dico subito che non c’è stato alcun terremoto nel nostro piccolo mondo. Ci sono stati avvicendamenti, ci sono stati cambiamenti, ma sono aspetti fisiologici della politica sportiva. Con il sottoscritto o con altre figure referenti il movimento dello short track deve andare avanti e non soffermarsi su particolarismi e contrapposizioni, ad ogni livello. Diego Urbani non è più in consiglio federale? La Valtellina resta ben rappresentata con due consiglieri (su cinque) in seno al comitato regionale lombardo e sono il sondriese Antonio Giacoma per lo short track ed il bormino Davide Zanoli per il curling. Io comunque non lascio il mondo dello short track, continuerò a lavorare per questo sport.
Che in Valtellina ha sempre avuto la sua culla... - E’ vero! Le società di Livigno e Bormio rappresentano il 50% del pattinaggio di velocità in pista corta a livello nazionale. E non ci sono solo atleti di Bormio e Livigno ma di tutta la valle. Sono fiducioso: vedo un futuro interessante per lo short track valtellinese, sia a livello sportivo che organizzativo.
Inevitabile, in questo scenario, uno sguardo alla nazionale. Ha fatto notizia l’avvicendamento alla guida tecnica della squadra, in pratica l’esonero di Ermanno Rastelli... - Quando c’è qualche cambiamento le discussioni e le polemiche nascono come i funghi. A volte non hanno una grande ragione d’essere. Voglio dire che le decisioni assunte dalla Federazione non hanno sconvolto l’assetto tecnico delle squadre nazionali perché sia Stelio Conti che Orazio Fagone erano già inseriti nei quadri tecnici federali già con il sottoscritto. Mi corre l’obbligo di ringraziare sentitamente lo staff tecnico che ha lavorato com me in tutti questi anni, giungendo a risultati davvero importanti. (Come le medaglie olimpiche di Lillehammer....NdR)
Ma questa decisione ha innescato inevitabili polemiche anche riguardo al ruolo di Bormio ed al futuro del centro federale... - Ogni consiglio federale decide quale politica perseguire e dunque anche il lavoro che svolgerà la compagine nazionale. Il Centro Federale di Bormio, però, resterà al suo posto. Proprio in questi giorni, in concomitanza con il raduno collegiale in vista dei mondiali di fine marzo, i vertici della Federazione hanno affrontato il problema con i dirigenti della società Contea: non solo non vi sono intenzioni di chiudere il rapporto con Bormio ma si sta lavorando per proseguirlo sino al 2006. Probabilmente vi sarà qualche cambiamento nel ritmo di lavoro delle squadre, ma questo non intaccherà il ruolo di Bormio. Voglio aggiungere che è impensabile, dopo tutti gli sforzi che le istituzioni hanno fatto per sostenere e potenziare il palazzo del ghiaccio, che Bormio si faccia o venga messo da parte. Comune, Comunità Montana e Contea Bormio Sport hanno investito tanto e bisogna valorizzare questi investimenti.
Ci sono idee che stanno maturando al di fuori del lavoro del centro federale nazionale? - Diciamo che Bormio (o meglio la Valtellina) stanno sviluppando idee e proposte per rilanciare lo short track, in particolare quello giovanile. Facendo leva su appuntamenti ormai collaudati e sull’ottimo rapporto che abbiamo con società e federazioni di tutto il mondo stiamo provando a studiare qualcosa che possa far crescere e dare soddisfazione alle società. Guardiamo anche all’estero con l’intento di creare un centro internazionale per lo short track, un’idea che ha ottime prospettive.
Bormio, lo short track valtellinese, la nazionale, la Federazione... Non c’è crisi? - Non può il cambiamento di alcune persone far venir meno l’impegno per questo sport; sarebbe oltremodo riduttivo. Ciascuno deve fare la sua parte nel ruolo che ha scelto o gli è stato assegnato. Se c’è passione, prima che ambizione, i risultati vengono chiunque sia a guidare la Federazione, i Comitati, la Nazionale e le società.
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